Crisi di Governo Editoriale del Segretario Generale Felice Romano

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Cari Colleghi, con l’avvio della crisi di Governo, inevitabilmente, è arrivata anche la decisione di sciogliere le Camere da parte del Presidente della Repubblica.

Una situazione surreale che trascina il Paese dentro una fase di transizione politico-istituzionale estremamente delicata, che sfocerà in nuove elezioni. Percorso che segna, purtroppo, l’indisponibilità delle forze politiche a continuare, seppur per pochi mesi che mancano alla scadenza naturale del mandato, l’esperienza di una legislatura di unità nazionale.

Il Paese dovrà affrontare questa svolta nel corso di una delle peggiori crisi economica, sociale e sanitaria della sua storia, in concomitanza di scadenze e appuntamenti fondamentali, a partire dalla definizione di misure che devono rispondere alle pressanti urgenze economico-sociali e, naturalmente, alla stesura della nuova Legge di Stabilità.

La saggia scelta del Presidente della Repubblica di lasciare al Governo dimissionario il compito di traghettare il Paese alle nuove consultazioni permette una continuità nella gestione dell’emergenza,

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che oggi va considerata parte integrante degli affari correnti. Ed è proprio in questa ottica che, già a fine mese, auspichiamo risposte di sostegno contro un’inflazione che, facendo registrare un’impennata, schiaccia i redditi e i risparmi delle famiglie e soprattutto delle fasce deboli.

La domanda di coesione e concordia che viene dai cittadini, infatti, non cessa nemmeno rispetto al mutato quadro politico. Così come auspichiamo che i tavoli di confronto necessari per dare attuazione alle previsioni contenute nel c.d. “pacchetto specificità” (previdenza dedicata, tutela legale e sanitaria, ANQ, reperimento delle risorse per fronteggiare l’emergenza turn over e per aprire il tavolo del rinnovo contrattuale ormai già scaduto lo scorso anno ovvero…) non subiscano arresti o rallentamenti. In merito dirimente sarà l’incontro che si terrà con la Ministra Lamorgese, anticipato nel nostro congresso, per comprendere se e come continuare a procedere sui temi da noi rappresentati. Giacché la cosa peggiore che si può verificare ora è il ritorno della politica urlata, ideologicamente preconcetta e spesso inconcludente che ha bloccato per quasi 20 anni riforme e investimenti.

Non possiamo permettercelo. Le scadenze europee, i fondi del PNRR con i 55 obiettivi che dobbiamo portare al traguardo entro la fine dell’anno, lo shock energetico e il galoppante caro-prezzi, le condizioni di milioni di lavoratori, famiglie, pensionati, non consentono tentennamenti, speculazioni, demagogie.
Per questo lanciamo un appello alla sensibilità oltre che responsabilità e chiediamo a tutti i gruppi parlamentari, ai partiti, alle altre organizzazioni di rappresentanza, di sostenere già dai prossimi giorni un’agenda che, senza bandiere né colori partitici, nasca invece dalle istanze reali dei Poliziotti e del Paese che oggi appare in mezzo al guado.

Rilancio dei salari e delle pensioni, investimenti strutturali sui mezzi e tecnologie e governance partecipata delle questioni attinenti le risorse umane sono tutte questioni che non possono essere considerati di parte ma che devono trovare giusta collocazione nelle priorità di ogni Esecutivo al fine di garantire un sistema sicurezza che possa salvaguardare la coesione sociale e gestire gli inevitabili conflitti che si profilano all’orizzonte.

Su tutto questo stiamo richiamando la politica ad atti di concretezza e pragmatismo. Su questo valuteremo, a partire già dai prossimi provvedimenti, la reale volontà di salvaguardare la sicurezza e la tutela di chi la garantisce.

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