Assegno unico 2023

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Ultimo aggiornamento 31/12/2022

L’Assegno unico spetta per ogni figlio fino a 18 anni e in alcuni casi anche per i figli fra i 18 e i 21 anni. Dal 2022 l’importo cambia in base al reddito, da un massimo di 175 euro al mese (con ISEE fino a 15mila euro) ad un minimo di 50 euro (ISEE sopra i 40mila euro).

Ci sono poi maggiorazioni specifiche per famiglie numerose, figli con disabilità ed altri casi particolari.

Per il 2023, le famiglie che hanno presentato validamente domanda di assegno unico dal primo gennaio 2022 al 28 febbraio 2023 non devono presentare una nuova domanda e continueranno automaticamente a percepire il trattamento anche da marzo 2023 in poi.

Le famiglie che non hanno mai presentato domanda di assegno unico fino al 28 febbraio 2023 devono presentare domanda con le regole attualmente previste (se lo fanno entro giugno maturano anche gli arretrati retroattivi da marzo, se lo fanno da luglio ricevono solo l’assegno dal mese successivo senza arretrati).

Le famiglie a cui l’INPS ha respinto o non accettato la domanda presentata entro il 28 febbraio 2023 (domanda non accolta o non più attiva) devono ripresentare la domanda.
Le famiglie che risultano beneficiari attivi al 28 febbraio ma per i quali cambiano condizioni e requisiti (ad esempio: nascita di figli, variazione/inserimento della condizione di disabilità, separazione, nuovo IBAN, maggiore età dei figli) devono integrare tempestivamente la domanda già trasmessa.

Le domande possono essere inviate tramite le consuete modalità:

  • portale web dell’Istituto, previo accreditamento con SPID, CIE, CNS;
  • Contact Center Integrato;
  • servizi offerti dagli Istituti di Patronato;
  • App mobile INPS.

In base alle tempistiche di invio cambiano sia le regole del rinnovo automatico, come visto sopra, sia quelle relative al diritto agli arretrati.

Per mantenere la stessa quantificazione dell’Assegno unico 2022 c’è l’obbligo di presentare la nuova DSU 2023, ossia di rinnovare l’ISEE, in assenza del quale l’importo della prestazione sarà ridotto al minimo di legge a partire da marzo 2023.

Chi ha diritto a nuove maggiorazioni, dovrà integrare la domanda già trasmessa come sopra indicato. Chi nel 2022 prendeva il minimo perché non aveva presentato l’ISEE, se ritiene di avere diritto a nuove maggiorazioni legate al requisito ISEE deve quindi sia presentare la DSU, sia integrare la precedente domanda. Diversamente, continuerà a percepire il minimo di legge e non dovrà comunque presentare nuova domanda.

Le regole e le tempistiche sopra esposte per la domanda e il rinnovo per l’Assegno unico valgono a prescindere dall’aumento di alcuni importi previsto dalla Legge di Bilancio. In pratica, l’INPS applicherà gli aumenti eventualmente spettanti in maniera automatica in base alle condizioni del beneficiario della prestazione, i cui dati saranno disponibili nella DSU 2023, senza quindi bisogno di ulteriori adempimenti da parte degli aventi diritto.

Per tutti i dettagli, è possibile consultare l’apposita circolare n. 132 dell’INPS, pubblicata il 15 dicembre 2022.

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