Promozioni per merito straordinario – Sentenza 224 del 2020

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Promozioni per merito straordinario – Effetti della Sentenza 224 del 2020 della Corte Costituzionale – Esito incontro con la Direzione Centrale per gli Affari Giuridici e le Politiche del Personale

Si è tenuto il confronto – in videoconferenza – coordinato dal Direttore delle Relazioni Sindacali Dottoressa De Bartolomeis nel corso del quale il Prefetto Scandone, assistito dalla Dottoressa Terribile, Direttore del Servizio Agenti Assistenti e Sovrintendenti e dal Dottor Ucci, ha illustrato il percorso che l’amministrazione ha immaginato per estendere gli effetti della sentenza 224/2020 della Corte costituzionale a i 1107 dipendenti che si trovano nella medesima condizione dei 16 vincitori del ricorso che ha portato alla definizione del risalente contenzioso.

È stato intanto assicurato che per tutti gli interessati, una volta applicata la decorrenza secondo i principi definiti dalla Consulta, verrà anche fatta la conseguente ricostruzione della carriera. Certa essendo l’attribuzione utile ai fini giuridici, che si prevede sarà completata entro la fine del mese di maggio prossimo, l’Amministrazione ha manifestato ampia disponibilità a riconoscere anche gli effetti economici di questo nuovo inquadramento. Attesi però i controversi orientamenti della giurisprudenza amministrativa circa tale ultima questione si è ritenuto opportuno formulare una pertinente richiesta di parere al Consiglio di Stato che possa sostenere l’ipotesi più favorevole ai colleghi.

Quanto poi al tema delle perdute occasioni di partecipare ai concorsi interni da Vice Ispettore, ovvero alla eventuale rinuncia alla partecipazione di tali concorsi di quanti, ove correttamente inquadrati sin da subito, avrebbero maturato l’anzianità utile all’inquadramento nella qualifica da Sov. Capo, e che in quanto tali avrebbero avuto la garanzia del mantenimento della sede di servizio, è stata inizialmente espressa da parte della delegazione dell’Amministrazione una posizione di sostanziale chiusura, motivata dalla mancanza di addentellati normativi che consentissero di poter accedere anche a tale ristoro delle disutilità patite.

Al riguardo il Siulp ha eccepito come già sia pendente un ulteriore contenzioso giurisdizionale azionato da alcune decine di colleghi che, per l’appunto, chiedono sia fatta valere il loro diritto a vedersi riconoscere una piena ricostruzione della carriera. Il che dunque induce a ritenere come assai probabile un accoglimento dei ricorsi in questione, con una ennesima appendice alla quale l’Amministrazione sarebbe costretta a dar corso per adeguarsi al giudicato.

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Al riguardo il Prefetto Scandone, nel chiarire l’orientamento dell’Amministrazione, ha spiegato che non esiste una pregiudiziale avversione ad intervenire anche per sanare questo diverso vulnus senza attendere i tempi delle corti amministrative. Trattandosi però di un profilo che non è stato dedotto nel giudicato della Corte costituzionale, occorre svolgere una più attenta analisi in ordine ai presupposti giuridici di una tale eventuale determinazione.

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