SVUOTA-CARCERI: SIULP basta polemica e via alla concretezza; invitiamo i ministri CANCELLIERI e SEVERINO a fare una visita alle camere di sicurezza.

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Ultimo aggiornamento 08/07/2013

La situazione carceraria italiana è esplosiva e richiede nervi fermi, concretezza, nessuna strumentalità e, soprattutto, nessuno scontro tra istituzioni.
Che le carceri italiane siano una polveriera e necessitano di un intervento strutturale che eviti situazioni al limite della convenzione internazionale del rispetto dei diritti umani, è un dato incontrovertibile che invoca un intervento immediato. Riprodurre la medesima situazione in un “ghetto” diverso quale può essere la camera di sicurezza di un ufficio di polizia, è politicamente miope, istituzionalmente irresponsabile e praticamente produce un rimedio più dannoso del male.
Per questo invitiamo tutti i responsabili di governo, ed in particolare il ministro CANCELLIERI e il ministro SEVERINO a fare visita alle nostre camere di sicurezza per rendersi conto che il provvedimento che stanno per adottare corre il rischio di “condannare” i detenuti a cadere dalla nota padella alla brace ardente.
Ad affermarlo Felice ROMANO, Segretario Generale del SIULP che, nel sottolineare che il prefetto CIRILLO si è limitato, come prevede la sua alta responsabilità di vice direttore generale della P.S., a fornire esclusivamente una dettagliata e puntuale relazione sull’aspetto tecnico e di fattività rispetto alla realtà delle camera di sicurezza che il provedimento incontrerebbe se fosse varato così com’è, ritiene precipitose e inproduttive le polemiche scaturite a seguito della sua audizione in Commissione parlamentare.
Le decisioni politiche sono prerogativa assoluta del Governo e tali devono restare, ai responsabili della sicurezza, però, spetta il dovere e la responsabilità di informare i responsabili politici della reale fattibilità dei provvedimenti che l’esecutivo intende adottare.
Ecco perché, continua ROMANO, le chiacchiere stanno a zero. La realtà descritta dal prefetto CIRILLO è l’esatta fotografia, forse anche troppo in positivo, delle reali condizioni in cui versano le camere di sicurezza degli uffici di polizia italiani.
Nessuno, e sono certo menché meno il vice direttore generale della P.S., abbia mai pensato di travalicare le proprie funzioni o di ostacolare o sostituirsi a quelle politiche del Governo. Per questo rincara ROMANO, invitiamo il ministro CANCELLIERI e il ministro SEVERINO a fare visita alle nostre camere di sicurezza al fine di fargli comprendere che il volersi ostinare a detenere delle persone in quei luoghi, fosse anche solo per 48 ore, equivale alla stessa scelta degli invasori tedeschi che prima di deportare i progionieri ad Auschwitz li rinchiudevano nel campo di concentramento di Fossoli di Carpi (Modena).
Ecco perché conclude ROMANO, quale responsabile del maggiore sindacato del comparto sicurezza, invita tutti ad abbassare i toni per affrontare concretamente e fattivamente la questione. Per i poliziotti i ruoli e le responsabilità sono e saranno sempre chiari, pertanto invita, come peraltro previsto nello stesso provvedimento in discussione, tutti i Qltreuestori e i responsabili delle altre forze di Polizia italiane a segnalare, alle rispettive Procure, la totale inadeguatezza delle camere di sicurezza per trattenere i detenuti che vengono arrestati per reati di competenza del Giudice monocratico, affinché siano le Procure ad assumersi la responsabilità di “deportare” cittadini italiani in quei luoghi per la detenzione.
Ai ministri CANCELLIERI e SEVERINO, qualora impegnati per questioni più importanti, li preghiamo di farcelo solo sapere poiché, nel qual caso, provvederà il SIULP a fare un dettagliato book fotografico dei locali interessati. Insieme allo stesso faremo pervenire anche le migliaia di turni di volante, che garantiscono il controllo del territorio e la sicurezza dei cittadini, che saranno annullati per garantire la vigilanza alle camera di sicurezza.
Non vorremmo, chiosa ROMANO, che qualcuno per risolvere il problema delle carceri intenda annullare l’efficienza delle forze di polizia.

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