Sicurezza: Sindacati di Polizia – DDL su numero identificativo non risolve problema ordine pubblico ma rischia di aggravarlo

    171

    Appreso dall’ordine del giorno del Senato che oggi si discuterà il Disegno di Legge n. 803 (previsione di un codice identificativo per gli appartenenti alle Forze di Polizia) che riguarda esclusivamente i comportamenti di una sola delle parti coinvolte nei servizi di Ordine e Sicurezza pubblica, atteso che la buona riuscita degli stessi dipende non solo dalle Forze di Polizia ma anche dagli organizzatori e dai partecipanti, SIULP, SIAP, UGL PdS, COISP, CONSAP-ADP, UIL Polizia – ANIP, ritengono che il Governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene, qualora dovessero approvare il testo così come presentato, stiano perdendo un’occasione storica per riscrivere e disciplinare tutte le norme e i comportamenti che presiedono e condizionano lo svolgimento delle pubbliche manifestazioni.

    È indiscutibile, infatti, che a fronte di comportamenti illegali e violenti, tenuti dai professionisti del disordine, perché forti di una totale impunità in relazione alle norme che oggi presiedono lo svolgimento delle pubbliche manifestazioni, intervenire disciplinando solo la parte che riguarda le Forze di Polizia, sembra quasi voler confermare che i disordini e le devastazioni che quotidianamente subiscono le città del nostro Paese, siano opera degli appartenenti alle Forze di Polizia e non di chi, invece, partecipa a questi eventi al sol fine di dare sfogo alle proprie frustrazioni e alla bieca violenza ritenendo gli appartenenti alle Forze di Polizia i rappresentanti, per non dire “i servi del potere” o “delle Istituzioni”, che non consentono di consumare reati e violenze senza doverne risponderne.

    Le leggi oggi esistenti, continuano i Sindacati, sono sicuramente vetuste e necessitano di una rivisitazione; ma questo non può che avvenire nell’ottica di salvaguardare la democrazia e innanzitutto, il diritto costituzionale a manifestare, purché avvenga però nel rispetto delle leggi e delle regole che presiedono tale diritto, ma anche e soprattutto dell’altro diritto costituzionale alla libera circolazione e a vivere serenamente il proprio territorio di tutti quei cittadini che non solo non partecipano alle manifestazioni ma che, spesso, non le condividono nemmeno.

    Questo è il delicato e imponderabile compito che spetta agli operatori delle Forze di Polizia. Giacché garantire sicurezza e libertà è il compito arduo delle moderne democrazie che devono sì garantire il diritto al dissenso, ma anche coloro che quel dissenso non lo condividono.

    advertise

    Per fare tutto questo sottolineano i sindacalisti, è indispensabile, in un clima che oggi è di totale impunità per i professionisti del disordine, a volte opporre la ragione della forza alla cecità della violenza gratuita.

    Ecco perché è necessario che il disegno di legge all’ordine del giorno del Senato sia rinviato alla Commissione Affari Costituzionali in modo che, insieme a quanto già previsto, siano inserite anche nuove norme per chi organizza, per quelli che partecipano alle manifestazioni, di salvaguardia della sovraesposizione a cui oggi sono soggetti gli operatori, ma soprattutto per la garanzia della democrazia, delle nostre città e anche di chi, per obbligo e per lavoro, è tenuto a partecipare per garantire quel delicato equilibrio tra sicurezza e libertà.

    Se così non sarà dovremo prendere atto che i promotori del DDL e lo stesso Governo ritengono gli appartenenti alle Forze di Polizia gli unici responsabili dei disordine e delle devastazioni subite dalle nostre città, tanto da arrivare a marchiarli come non avviene in nessun altro Paese Europeo, tranne che in Germania, ove sul casco dei poliziotti è riportato il numero del Reparto di appartenenza, non certo un numero identificativo del singolo.

    Ma se “marchiare” i poliziotti è quello di cui i predetti sono convinti, allora la soluzione è molto più semplice e non richiede nuove leggi.

    Basta soltanto non comandare più di servizio le Forze di Polizia quando ci sono le manifestazioni.

    Noi sappiamo che così non è. Ecco perché, concludono i sindacati, siamo certi che la sensibilità del governo e della maggioranza condividano le nostre richieste, in rappresentanza di tutte le donne e di tutti gli uomini in uniforme, che è finalizzata non al sottrarsi alle proprie responsabilità, qualora ne ricorrano i presupposti, ma a creare un sistema sinergico dove le regole, le garanzie, le certezze ma anche le sanzioni, siano chiare e proporzionate per tutti. Giacché la buona riuscita del mantenimento dell’Ordine e della sicurezza pubblica dipende da tutti questi attori e non solo dalle Forze dell’Ordine.

    [attachments template=template_1]

    Lanci di agenzia

    SICUREZZA: SINDACATI POLIZIA, NUMERO IDENTIFICATIVO NON RISOLVE PROBLEMI =
    Rinviare in commissione Affari Costituzionali il disegno di legge a odg Senato
    Roma, 3 dic. (AdnKronos) – Il Ddl sul numero identificativo non risolve il problema dell’ordine pubblico ma rischia di aggravarlo. E’ quanto affermano i sindacati di Polizia Siulp, Siap-Anfp, Anfp, Ugl PdS, Coisp, Consap-ADP e Uil Polizia-Anip, appreso dall’ordine del giorno del Senato che oggi si discuterà il Disegno di legge n. 803 (previsione di un codice identificativo per gli appartenenti alle Forze di Polizia).
    “Il governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene -proseguono i sindacati di Polizia- qualora dovessero approvare il testo così come presentato, stiano perdendo un’occasione storica per riscrivere e disciplinare tutte le norme e i comportamenti che presiedono e condizionano lo svolgimento delle pubbliche manifestazioni”

    Advertisement